DDL del fare: marcia indietro sulla sicurezza

L’obiettivo annunciato dal governo, di semplificare la vita alle imprese risparmiando così 3,3 miliardi di euro, potrebbe, secondo gli esperti di settore, mettere in serio pericolo la sicurezza dei lavoratori.

Le norme in questione, inserite nel disegno di legge sulle semplificazioni e poi a sorpresa, transitate quasi tutte nel decreto del Fare, cominciano a destare preoccupazioni.

Infatti oltre al taglio di documenti e iter burocratici, si celerebbe dietro questi provvedimenti, una deregulation assai pericolosa. Per i “settori di attività a basso rischio” (definizione per ora non del tutto chiara) non sarà più obbligatorio il Duvri – Documento Unico per la Valutazione Rischi da Interferenze – datato e firmato dal datore; il Duvri salta anche nei settori ad altissimo rischio purché “la durata non sia superiore ai dieci uomini- giorno”.

Semplificati per i cantieri anche i Psc e Pos (documenti obbligatori in cui le aziende esplicitano le cautele prese per evitare rischi).

Viene poi abolito il “titolo IV” del testo unico sulla sicurezza sul lavoro: questo significa che nei cantieri mobili, con durata che non superi i dieci uomini-giorno, i lavori potranno iniziare anche senza direttore dei lavori o responsabile della sicurezza.

Nota critica, infine, è la cancellazione dell’obbligo per il datore di lavoro di comunicare alla polizia un grave infortunio (inabilità sopra i 3 giorni) o la morte di un dipendente: sarà sufficiente il database Inail.