Lampade a basso consumo: informazione e disinformazione

Le ultime considerazioni sui “potenti campi elettromagnetici” emessi dalle lampade LFC a risparmio energetico e sui relativi effetti dannosi per la salute,  sono da considerarsi prive di fondamenti oggettivi. Bisogna infatti fare chiarezza sulle frequenze di emissione (frequenza di rete 50Hz, radio frequenza, ecc.) e sulle potenze in gioco; questo è di fondamentale importanza per individuare e selezionare gli eventuali meccanismi fisici che potrebbero creare danno alla salute.

L’abuso di linguaggio contribuisce a creare disinformazione e allarmismo; infatti il campo elettrico, il campo magnetico e il campo elettromagnetico sono 3 fenomeni fisici ben distinti in grado di generare effetti fisiopatologici diversi.
E’ chiaro che in prossimità delle lampada si genera un campo magnetico (e non elettromagnetico) apprezzabile, generato dalla corrente di alimentazione, fenomeno che si rileva anche in prossimità delle normali prese elettriche casalinghe, ma si tratta  di campi rilevabili a pochi centimetri dalla lampada e considerato che normalmente le lampade sono poste a diverse decine di centimetri dal corpo, è del tutto inutile creare allarmismi.
In linea teorica l’elettronica della lampada potrebbe generare un “campo elettromagnetico” a radio frequenza, in grado  di investire le persone anche a distanze di qualche metro ma le potenze in gioco sono talmente deboli che i possibili effetti, a breve termine, quelli indicati dall’ ICNIRP sono trascurabili ed è plausibile pensare di trascurare anche i possibili effetti a lungo termine.

Le uniche lampade che forse meritano un po’ di attenzione sono quelle alogene che utilizzano il trasformatore per abbassare la tensione a 12V al fine di alzare il livello di corrente necessario. Potrebbe avere senso misurare il livello di campo magnetico e l’eventuale generazione di armoniche superiori alla 50Hz in prossimità del  trasformatore.

Un discorso diverso deve essere fatto per le eventuali radiazioni ionizzanti IR generate dalle lampade, per le quali andrebbe approfondito il carattere emissivo delle radiazioni UV-B e UV-C. Per la protezioni di eventuali danni alla persona è sufficiente non esporre in maniera diretta parti del corpo al fascio di luce prodotto e evitare di essere esposto al fascio generato da eventuali superfici riflettente (scrivanie di colore bianco lucido riflettente).